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Il termine “mindfulness” si può sovrapporre a “piena coscienza” ed è ormai di uso autonomo in diverse discipline mediche e psicoterapiche.
Piena coscienza: essere attenti, ma secondo una modalità particolare: consapevolezza nel momento attuale, assenza di ogni giudizio.
Tale forma di attenzione sviluppa la lucidità mentale, la chiara visione e la capacità di accettare la realtà nel momento presente. Prendiamo coscienza che la nostra vita è costituita da una successione di istanti.
Se troppo spesso non siamo pienamente attenti a tali “momenti”, non solo trascuriamo ciò che rende l’esistenza degna di essere vissuta, ma ignoriamo anche la ricchezza e la profondità di crescita e di trasformazione che ci sono offerte.
La mindfulness consente di diminuire lo stress della vita quotidiana e l’ansia; contribuisce a migliorare la qualità di vita nei casi di forti dolori e di malattie croniche.
Inoltre la “piena coscienza”, insegna a vivere nell’attimo presente, a essere più tolleranti nei propri confronti e a trovare il tempo per interpretare l’esistenza nella sua autenticità.
Sulla base di questi concetti, sono stati creati diversi programmi di intervento clinico per far fronte ai disturbi psicopatologici, tra cui mindfulness based stress reduction (MBSR), per imparare a gestire stress e ansia causati da difficoltà di vita, e il mindfulness-based cognitive therapy (MBCT), focalizzato essenzialmente sulla prevenzione delle ricadute depressive.